Vi proponiamo la recensione che Sara Gambirasio ha esteso del libro di Mariavittoria Antico Gallina. Nelle parole di Sara: “un libro a cui sono piuttosto legata per svariati motivi, ma… non vi voglio svelare niente! Che la lettura di queste poche righe vi avvolga e vi lasci, almeno in parte, le stesse emozioni che il libro ha donato a me…”
Premetto: sono una donna e come tale penso, parlo e quindi scrivo.
Perciò se qualcuno di voi troverà la mia recensione “di parte”, se ne faccia una ragione… e continui a leggere!
Chi di voi non ha un’amica, o non conosce una gentil donzella, un po’ chiacchierona, un filo egocentrica, all’apparenza del tutto sprovvista di un apparato uditivo bidirezionale, una di quelle magistralmente capaci di allestire un dramma teatrale pieno di pathos e accenti strategici, sulla base di piccole e “normali” vicende della quotidianità famigliare?Chi di voi – ammettetelo soprattutto a voi stessi – non ha provato, almeno per una frazione di secondo, l’irrefrenabile impulso di afferrare il primo oggetto contundente che si può trovare in un’auto in cui, per l’assurdità della situazione, vi potreste trovare costretti a stare per ore con la suddetta amica, e di volerne testare impropriamente la solidità sulla di lei testolina, in attesa dei soccorsi (forse non solo meccanici), non essendo neppure saggio meditare una fuga, considerando la gelida serata esterna?
Tuttavia, il calore dell’affetto e dell’amicizia arretrerebbe il vostro braccio, o quanto meno, vi porterebbe ad avvolgere in un confortante stretta la Costanza di turno (così si chiama la protagonista “parlante” del libro), perché in fondo noi siamo esattamente come lei; magari con i pezzi montati al contrario, magari con un’esuberanza più tacita ed intima, magari con maggiori capacità d’ascolto, ma con la cieca consapevolezza di ciò che in realtà sta accadendo nel nostro micromondo…e perché semplicemente le vogliamo bene.
Noi donne siamo creature friabilmente rocciose: prendiamo colpi su colpi a volte, piangiamo, urliamo, oppure facciamo detonare bombe nell’anfratto più profondo dell’anima, eppure, anche se all’apparenza non si scalfiamo (del resto – confessione n° 2 – abbiamo sempre nella borsetta fard e mascara d’emergenza per camuffare un quarto d’ora di lacrime!), lentamente perdiamo schegge qua e là.
Abbiamo estremo bisogno di voi, uomini!
…Di una spalla larga, di una parola gentile, di una frase romantica creata ad hoc (ma verosimile, vi supplichiamo!), di una sorpresa non artefatta, ma allo stesso tempo da film hollywoodiano, di chi ci porta fuori il cane anche con una temperatura antartica, di chi ci porta a far shopping il primo sabato mattina di saldi alle 10,30, di chi solleva mobili e scatoloni aspettando biblicamente che noi si decida l’angolo perfetto, quello su cui batte il sole non troppo, ma neanche troppo poco, di qualcuno che risolva quel fastidiosissimo blackout da sovraccarico energetico…o di qualcuno – come nel caso del nostro ameno libretto – che vada a cercare un carro-attrezzi nella fredda e buia notte di un paesaggio di montagna.
Con queste “femminilmente” logorroiche poche righe, ho voluto semplicemente stuzzicare la vostra curiosità, caro pubblico, lasciandovi appena odorare gli ingredienti di una saporita e gradevole ricetta: narrazione sciolta, ritmo vivace, ottimo equilibrio di freschezza ed impegno, il tutto condito da uno stile raffinato anche nella sua sfumatura umoristica.
Originale anche la scelta di condurre la prosa inframmezzandola con frammenti di poesie, versi sparuti, branetti anche seri e di svariata estrazione, così come pregevole, a mio dire, la sezione informativa sulla realtà “Donna” nella storia passata e presente, che conclude l’opera.
L’autrice coinvolge, volenti o nolenti, ci fa gironzolare più o meno in punta di piedi nel suo mondo, lasciandoci scegliere se e come intervenire, offrendoci la possibilità di riflettere e sorridere con noi stessi e di noi stessi.
Sara Gambirasio
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